Oggi 20 novembre a pagina 8 del Sole24Ore un articolo di Gianni Trovati dimostra come il problema non siano (solo) i fondi destinati alla sanità ma (soprattutto) come – e se – vengono utilizzati i fondi stanziati. Trovati riprende la relazione della Corte dei Conti sull’utilizzo effettivo dei fondi messi a disposizione in questi anni per l’obiettivo prioritario di abbattere le liste d’attesa in sanità.
Dei fondi 2023 è stato speso meno del 30%. E alcune Regioni hanno utilizzato queste risorse anche per ridurre i disavanzi e chiudere i bilanci. Il tutto mentre al Dl fiscale arriva l’emendamento dei relatori che chiede di destinare alle liste d’attesa anche i fondi Covid del 2020 e 2021 concessi alle Regioni e rimasti inutilizzati. La Corte sottolinea che, «nonostante l’ammontare non indifferente di risorse messe a disposizione, il relativo utilizzo appare esiguo». Il problema è anche che fin qui i controlli, e il monitoraggio sulla spesa dei fondi, non hanno funzionato.
Lo stesso problema si registra in Europa. Sempre oggi, la Corte dei conti europea ha pubblicato una nuova relazione sulla digitalizzazione dell’assistenza sanitaria. E la conclusione dell’audit è amara: è difficile stabilire quanti fondi UE siano stati utilizzati per aiutare gli Stati membri a digitalizzare i propri sistemi sanitari. Tre i rilievi principali: 1) Era previsto lo stanziamento di almeno 16 miliardi di euro di fondi UE per la digitalizzazione dell’assistenza sanitaria nell’arco di 14 anni; 2) Il sostegno dell’UE ha risposto alle esigenze degli Stati membri, ma l’uso dei fondi UE è stato complicato dalle diverse norme esistenti; 3) Non c’è una visione d’insieme completa di come siano state utilizzate le risorse UE.
Durante i periodi di programmazione 2014-2020 e 2021-2027, erano stati previsti 2,4 miliardi di euro a titolo della politica di Coesione e ulteriori 13,6 miliardi di euro a titolo del dispositivo per la ripresa e la resilienza (RRF) seguito alla pandemia Covid, oltre a finanziamenti aggiuntivi disponibili anche mediante altri programmi. Tuttavia, alcuni Stati membri hanno incontrato difficoltà a richiedere e utilizzare il sostegno dell’UE in ragione della complessità di accedere ai molteplici programmi di finanziamento.
“I fondi UE a favore della digitalizzazione dell’assistenza sanitaria sono stati erogati mediante vari programmi gestiti dai servizi della Commissione europea, con norme specifiche e modalità di gestione differenti”, ha dichiarato Joëlle Elvinger, il Membro della Corte dei conti europea responsabile dell’audit. “Ciò ha reso difficile per alcuni Stati individuare i fondi dell’UE disponibili e presentare domanda per beneficiarne”.
Gli auditor della Corte dei conti europea hanno rilevato diversi problemi. Gli Stati membri si sono imbattuti in ostacoli al momento di utilizzare i fondi UE, quali una complessa serie di opzioni di finanziamento, capacità amministrativa insufficiente e difficoltà ad ottenere il cofinanziamento nazionale. La Corte ha constatato che né la Commissione né la maggior parte degli Stati membri dispongono di una panoramica completa di tutti i fondi dell’UE utilizzati per i progetti di digitalizzazione dei sistemi sanitari.
La Commissione ha monitorato i progressi compiuti dagli Stati membri nella digitalizzazione dell’assistenza sanitaria nell’ambito del programma strategico per il decennio digitale 2030 mediante il parametro di riferimento per l’eGovernment (dal 2022) e l’indicatore della sanità elettronica per il decennio digitale (dal 2023). Questi indicatori si avvalgono di metodologie diverse e hanno finalità diverse, ma riguardano aspetti simili dell’accesso alle cartelle cliniche elettroniche. Dall’audit sono emerse alcune carenze al riguardo, ad esempio per quanto concerne l’accuratezza delle informazioni e la metodologia utilizzata per assegnare i punteggi. La Corte ha quindi raccomandato alla Commissione di migliorare non solo l’accuratezza delle informazioni fornite ai portatori di interessi, ma anche la propria rendicontazione relativa all’uso dei fondi UE a favore della digitalizzazione dell’assistenza sanitaria in tutti i vari programmi di finanziamento entro il 2026.